Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2025

Visioni da lontano – Matt Hoyt e Tom Thayer in mostra alla Bureau Gallery: I Want to Climb Through the Windows of My Eyes and Become Static Electricity

Immagine
C’è un impegno evidente, quasi meticoloso, da parte degli artisti e della galleria, nel mostrare i molti dettagli che compongono questa esposizione. L’allestimento è un intreccio, un mosaico di frammenti che, assemblati, definiscono lo spazio di una collettiva condivisa da due artisti, uno dei quali purtroppo non è più in vita. Entrambi si rivelano eclettici – ma in modi diversi, complementari. Uno dei due si distingue per la varietà e l’abbondanza delle sue creazioni: disegni, oggetti, manufatti realizzati a mano che sembrano negare, o forse ironizzare, sull’idea stessa di industriale, di nuovo, di perfetto. I suoi oggetti appaiono segnati, imperfetti, quasi logori: manufatti arcaici, attraversati dal tempo e dalle intemperie. Ci parlano di una volontà chiara – quella di allontanarsi dalla logica produttiva e funzionale della modernità. Questi lavori sembrano provenire da un tempo remoto, precedente alla rivoluzione industriale, precedente forse a ogni organizzazione sociale struttura...

Visioni da lontano – Sara Cwynar in mostra alla 52 Walker Gallery: Baby Blue Benzo

Immagine
Molto. Di quest’artista newyorkese si può dire solo questo: molto. La sua produzione è ricca, lussureggiante, come una foresta esotica: alberi imponenti, frutti enormi, uccelli e insetti variopinti, una flora e una fauna grandiose. Si impone. Si vede. Ti aggredisce alla vista per la sua enormità, per la sua evidenza. Nelle opere di Sara Cwynar, ciò che appartiene alla società – che è anche civiltà, ma non sempre – viene amplificato, esploso, mostrato senza mediazioni. Società e civiltà sono cose distinte: e l’artista sembra interessarsi più alla prima, in particolare quella americana. A latere, forse con una certa distanza critica, anche a quella occidentale in senso più ampio. Ma l’America ha qualcosa che non si riproduce altrove. È un ibrido di fattori geografici, storici, economici, e quella distanza fisica che diventa distanza immaginifica. Eppure, nelle sue immagini c’è qualcosa di stranamente virtuale. Forse è il medium – la stampa, il collage, le fotografie sovrapposte su fogli ...

– progetto aperto: Ritratti per Atti e Attraversamenti, nato da lavori del 2024. Con Esv

Immagine
Una serie dedicata al ritratto come momento in cui l’identità si rivela e, insieme, cambia.  Nei primi lavori – il dittico Inquietudini Giovani, la serie Capelli Rossi, e il dittico Fratello e Sorella – il volto diventa il punto di passaggio tra ciò che si mostra e ciò che resta invisibile. Le figure non si limitano a posare: compiono un atto, attraversano la superficie e lasciano una traccia di sé. Il progetto indaga un tempo che non si conteggia in ore ma in gesti interiori; l’identità si disegna nel modo in cui si resta o ci si trasforma. Ogni immagine è, quindi, una presenza che interroga, un invito a prendere posizione sulla responsabilità del creare, sentire, essere. Serie aperta e in movimento, Ritratti per Atti e Attraversamenti continuerà ad accogliere nuovi volti e nuove storie. Al centro rimane l’essenziale: il gesto che si imprime, il  passaggio che persiste oltre l’istante. Inquietudini Giovani Quel filo di tensione, quello sguardo in cerca — e la domanda: perché?...