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Visualizzazione dei post da aprile, 2025

Nel corpo dell'arte – Arte e Liberazione a Pietrasanta, 25 Aprile

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Tornare a Pietrasanta in un giorno di festa è stato come entrare in un racconto sospeso tra tempo e materia. Ho attraversato gallerie che sembravano stanze segrete: ritratti dagli occhi stellati, alberi nati da piccoli punti di luce, sculture-bambino che custodivano silenzi azzurri. Ogni spazio aveva un suo respiro: artisti appassionati, galleristi che credono ancora nella forza del creare, opere che parlavano senza bisogno di parole. Ero in cammino tra l’arte e la memoria, in un giorno che celebra la Liberazione. È così che vorrei vivere sempre l'arte: come un gesto quotidiano di libertà. – Alcuni Artisti e gallerie incontrati – Julia Fullerton-Batten, Valerio Berruti ( Marco Rossi Arte Contemporanea ) Simoncini.Tangi ( Kyro Art Gallery ) Massimiliano Pelletti, Collesano Andrea, Gianna Moise, Javier Marin ( Galleria Barbara Paci ) Sergio Fermariello, Giuseppe Maraniello, Julian Opie, Pino Pinelli, Tom Wesselmann ( Flora Bigai Arte Contemporanea ) Egami Etsu, Edoardo Piermattei,...

L’arte come promessa: l’universo di Tracey Emin in “Sex and Solitude” a Palazzo Strozzi, Firenze

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Sono entrata in contatto con la sua opera quasi per caso. Avevo appena scoperto che a Firenze si sarebbe tenuta una grande mostra a lei dedicata. Firenze, la città in cui ero stata solo per sei giorni e che avevo appena lasciato. Tornarci per l’inaugurazione di una mostra su un’artista donna mi è sembrata un’occasione d’oro. Un motivo forte.   Vedere dal vivo una grande mostra di un’importante artista inglese. Approfondire, scriverne. Il titolo mi ha incuriosito: Sex and Solitude / Sesso e Solitudine . Non perché sia originale, ma perché racchiude due esperienze universali, profondamente umane eppure complesse nella società contemporanea.   Il sesso: nei contesti non occidentali, spesso nascosto, represso, o vissuto con naturalezza a seconda della cultura. In Occidente, invece, svenduto, esibito, ma raramente discusso apertamente. Una contraddizione: onnipresente nella comunicazione per immagini, eppure ancora tabù quando si tratta di un confronto sincero.    E la so...

Visioni da lontano – Ettore Spalletti alla Taka Ishii Gallery: Cammina cammina ho ritrovato il pozzo d’amore

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Una compostezza leggera, un’ariosità nei colori e nelle forme che, pur non definite, esistono. Esistere senza definizione, esistere per attitudine: è questo che sembra suggerire l’insieme variegato della mostra di Ettore Spalletti, artista ormai riconosciuto e non più in vita, che attinge a una classicità intesa non come rigidità, ma come equilibrio. Un’armonia aulica, appartenente a un tempo in cui sentimenti, mente e realtà trovavano una sintesi elevata. In questa dimensione, la realtà si muove con lentezza, attraversata da un’effervescenza interiore, introspettiva. Un movimento minimo ma denso, acceso di volontà e speranza: la volontà di creare, di dare struttura a spazi concreti e immateriali, tra il sogno lucido e la morbidezza dell’interiorità portata all’esterno. La materia assume così forme ricche, immense nelle loro variazioni cromatiche e nei loro possibili sviluppi. Spalletti pensa il tempo, lo modella, lo riempie di vuoti necessari. Le sue forme, calibrate da scelte natural...

Visioni da lontano – Su-Mei Tse alla Kiang Malingue Gallery: Daydreams

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Elementi stimolanti che suscitano curiosità e lieve inquietudine. Promettono e, insieme, sovvertono. Sono rassicuranti e sconvolgenti nella loro semplicità, nella loro schiettezza, nella loro apparente banalità. Ma è l’insieme a renderli unici: il costrutto, la sorpresa, l’ancoraggio. C’è un’intenzione chiara, una lucidità, una visione. Daydreams. Perché i sogni non seguono logiche prestabilite. Notte dopo notte, momento per momento, si manifestano senza ordine. E allora perché la realtà quotidiana non potrebbe essere altrettanto imprevedibile? I sogni di Su-Mei Tse sembrano avvolti in un velo di gelo. Un freddo interiore, necessario a preservare la centratura, l’essenza. Mantenere il proprio spazio non è facile, quando il mondo esterno è attraversato da rumori, folle, pensieri altrui. Ma l’artista, con un gesto leggero, quasi senza ombra, suggerisce un altro approccio: l’intimamente personale. E l’intimamente personale è qualcosa da coltivare. Forse Su-Mei Tse lo sa, lo crede fermamen...