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L’arte che solleva: La trasformazione che l’incontro con l’arte può generare – Firenze, febbraio 2025

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Alcuni testi nascono da una parola, altri da un’urgenza. Questo è nato da un sentire: il desiderio di esplorare la forza trasformativa che l’arte può esercitare, quando viene vissuta da vicino. Lo scrissi lo scorso inverno, sempre a Firenze. A distanza di mesi, con alle spalle altri paesaggi — interiori e urbani — sento che è tempo di farlo riemergere. Perché quel gesto di contatto, tra chi guarda e l’opera, continua ad accompagnarmi. E oggi, più che mai, vale la pena tornare a chiederselo: cosa solleva davvero l’arte? A volte l’arte non guarisce, ma accompagna. In questo testo mi sono lasciata guidare dalla sensazione che la vicinanza con l’opera — nel farla o nell’incontrarla — possa produrre uno spostamento, anche minimo, che però cambia il sentire. Un invito a esplorare la dimensione sottile e trasformativa del gesto artistico. Che cosa cura, davvero, l’arte? E quale trasformazione porta, in chi la crea e in chi la vive? Osservare l’arte, sentirla da vicino, o essere immersi nell’a...

Nel corpo della visione: Riflessioni sull’arte visiva e la sua fisicità – Firenze, febbraio 2025

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Questo testo nasce qualche mese fa, durante una settimana trascorsa a Firenze, in inverno. A quei giorni, segnati da una presenza più raccolta davanti all’arte, appartiene la domanda da cui tutto è partito: in che modo l’arte prende corpo? È un pensiero che ha preso forma in un momento in cui Arte da Vicino era ancora un’intuizione. Oggi, mentre mi trovo a Napoli, dopo aver attraversato altri contesti e riconosciuto quanto il luogo possa trasformare lo sguardo, torno a quella riflessione — per mettere in dialogo esperienze diverse di uno stesso sentire. In che modo l’arte prende corpo? E che rapporto esiste tra ciò che osserviamo e ciò che, nel silenzio, ci attraversa? In questa riflessione, ho cercato di ascoltare il modo in cui la presenza dell’arte — la sua fisicità, la sua cura — dialoga con il nostro essere nel mondo. Un pensiero lento, per chi ama sostare nello sguardo. Chiedersi che cos’è l’arte è un po’ come chiedersi che cos’è un essere umano – uomo, donna. L’arte è una creazi...

Arte da Vicino | 01 – Napoli. Preparare un viaggio in tempi di guerre

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Prepararsi a un viaggio, per qualche mese altrove. Finalmente una città: Napoli. Non conosco bene le città del Sud, ma conosco un po’ il profondo Sud. Sono curiosa, anche intimorita, per certi aspetti. Ma… C’è l’arte, che posso vedere da vicino. Tanta arte, nei musei, nelle gallerie. Non ho ancora preso appunti, né approfondito. Ma sono certa che a Napoli troverò un’arte autentica, forse dettata dalla necessità e da un’autenticità più forte che in altre città d’Italia. Ma… non voglio dire, non posso dire. Com’è vivere un sentimento così, che ispira e incuriosisce? La novità, ciò che si può prospettare: da conoscere, da cui lasciarsi stimolare. Pane di riflessioni, quel che vedo e sento, le mie connessioni o le possibili connessioni tra presente e passato. I tempi… Come vivere sentimenti così, anche nel sole schiacciante che investe la città? Quando ti arriva la notizia che c’è un’altra guerra in più. Ci possiamo rassegnare al male, alla ferocia, come al freddo o al caldo? Come fare? Co...

Visioni da lontano – Matt Hoyt e Tom Thayer in mostra alla Bureau Gallery: I Want to Climb Through the Windows of My Eyes and Become Static Electricity

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C’è un impegno evidente, quasi meticoloso, da parte degli artisti e della galleria, nel mostrare i molti dettagli che compongono questa esposizione. L’allestimento è un intreccio, un mosaico di frammenti che, assemblati, definiscono lo spazio di una collettiva condivisa da due artisti, uno dei quali purtroppo non è più in vita. Entrambi si rivelano eclettici – ma in modi diversi, complementari. Uno dei due si distingue per la varietà e l’abbondanza delle sue creazioni: disegni, oggetti, manufatti realizzati a mano che sembrano negare, o forse ironizzare, sull’idea stessa di industriale, di nuovo, di perfetto. I suoi oggetti appaiono segnati, imperfetti, quasi logori: manufatti arcaici, attraversati dal tempo e dalle intemperie. Ci parlano di una volontà chiara – quella di allontanarsi dalla logica produttiva e funzionale della modernità. Questi lavori sembrano provenire da un tempo remoto, precedente alla rivoluzione industriale, precedente forse a ogni organizzazione sociale struttura...

Visioni da lontano – Sara Cwynar in mostra alla 52 Walker Gallery: Baby Blue Benzo

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Molto. Di quest’artista newyorkese si può dire solo questo: molto. La sua produzione è ricca, lussureggiante, come una foresta esotica: alberi imponenti, frutti enormi, uccelli e insetti variopinti, una flora e una fauna grandiose. Si impone. Si vede. Ti aggredisce alla vista per la sua enormità, per la sua evidenza. Nelle opere di Sara Cwynar, ciò che appartiene alla società – che è anche civiltà, ma non sempre – viene amplificato, esploso, mostrato senza mediazioni. Società e civiltà sono cose distinte: e l’artista sembra interessarsi più alla prima, in particolare quella americana. A latere, forse con una certa distanza critica, anche a quella occidentale in senso più ampio. Ma l’America ha qualcosa che non si riproduce altrove. È un ibrido di fattori geografici, storici, economici, e quella distanza fisica che diventa distanza immaginifica. Eppure, nelle sue immagini c’è qualcosa di stranamente virtuale. Forse è il medium – la stampa, il collage, le fotografie sovrapposte su fogli ...

– progetto aperto: Ritratti per Atti e Attraversamenti, nato da lavori del 2024. Con Esv

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Una serie dedicata al ritratto come momento in cui l’identità si rivela e, insieme, cambia.  Nei primi lavori – il dittico Inquietudini Giovani, la serie Capelli Rossi, e il dittico Fratello e Sorella – il volto diventa il punto di passaggio tra ciò che si mostra e ciò che resta invisibile. Le figure non si limitano a posare: compiono un atto, attraversano la superficie e lasciano una traccia di sé. Il progetto indaga un tempo che non si conteggia in ore ma in gesti interiori; l’identità si disegna nel modo in cui si resta o ci si trasforma. Ogni immagine è, quindi, una presenza che interroga, un invito a prendere posizione sulla responsabilità del creare, sentire, essere. Serie aperta e in movimento, Ritratti per Atti e Attraversamenti continuerà ad accogliere nuovi volti e nuove storie. Al centro rimane l’essenziale: il gesto che si imprime, il  passaggio che persiste oltre l’istante. Inquietudini Giovani Quel filo di tensione, quello sguardo in cerca — e la domanda: perché?...

Nel corpo dell'arte – Arte e Liberazione a Pietrasanta, 25 Aprile

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Tornare a Pietrasanta in un giorno di festa è stato come entrare in un racconto sospeso tra tempo e materia. Ho attraversato gallerie che sembravano stanze segrete: ritratti dagli occhi stellati, alberi nati da piccoli punti di luce, sculture-bambino che custodivano silenzi azzurri. Ogni spazio aveva un suo respiro: artisti appassionati, galleristi che credono ancora nella forza del creare, opere che parlavano senza bisogno di parole. Ero in cammino tra l’arte e la memoria, in un giorno che celebra la Liberazione. È così che vorrei vivere sempre l'arte: come un gesto quotidiano di libertà. – Alcuni Artisti e gallerie incontrati – Julia Fullerton-Batten, Valerio Berruti ( Marco Rossi Arte Contemporanea ) Simoncini.Tangi ( Kyro Art Gallery ) Massimiliano Pelletti, Collesano Andrea, Gianna Moise, Javier Marin ( Galleria Barbara Paci ) Sergio Fermariello, Giuseppe Maraniello, Julian Opie, Pino Pinelli, Tom Wesselmann ( Flora Bigai Arte Contemporanea ) Egami Etsu, Edoardo Piermattei,...